NEET: un fenomeno preoccupante
Tra i tanti volti della fenomenologia della diseguaglianza sociale, problema che sta a cuore a noi di Poliferie, vi è l’incremento della percentuale di giovani NEET (neither in employment, education nor training), ovvero coloro che sono esclusi da percorsi scolastici, attività formative e dal mercato del lavoro. A fine 2020, in Italia, i giovani in condizione NEET tra gli under 35 erano oltre 3 milioni, il numero più alto tra i paesi membri dell’OCSE.
Percentuali di NEET a confronto
In percentuale, si tratta del 25,1% dei giovani italiani, più di 1 ragazzo su 4. Per confronto, la media europea per il 2020 è pari al 17,6% e solamente Turchia (33,6%), Montenegro (28,6%) e Macedonia (27,6%) hanno registrato percentuali superiori a quella dell’Italia.
Per quanto riguarda la diffusione, il nostro paese presenta sostanziali differenze: la zona centro-settentrionale è in linea o al di sotto della media europea mentre la zona del Mezzogiorno mostra le maggiori criticità, con picchi del 30,3% in Sicilia, del 28,4% in Calabria e del 27,3% in Campania.
Prevalenza femminile nei NEET
Un’altra caratteristica importante è la prevalenza femminile del 57%. In Italia, una donna su due non ha un impiego e il 25% delle ragazze under 30 è NEET. Un problema aggravato dalla cura della casa e dei figli: nel 2020 in Italia il 26% delle donne NEET è madre, a fronte del ben più esiguo 2% dei padri.
Dati sconcertanti
Gli studenti Italiani risultano tra i più incerti riguardo il proprio futuro e tra quelli con le minori aspirazioni di carriera. Lo stesso vale per quanto riguarda gli indicatori di cittadinanza attiva e le capacità digitali, sempre tra le ultime posizioni in Europa.
Nelle aree periferiche e piccoli centri dove è attivo il progetto Poliferie, la mancanza di servizi e spazi pubblici contribuiscono al malessere giovanile, e alla bassa fiducia nelle istituzioni. Nel questionario di valutazione impatto distribuito a 1000 dei nostri studenti nel 2020-21, il 40% vedeva la propria città come carente di servizi pubblici e spazi culturali, e il 50% voleva trasferirsi altrove una volta concluse le superiori. Un terzo non riteneva che la propria città avesse servizi specifici o luoghi di ritrovo per giovani. Ulteriore complicazione nel reinserimento dei NEET, in quanto unici punti possibili di aggregazione e di contatto con questi ragazzi.
Il piano “Neet Working” per rilanciare i giovani
Per far fronte a queste gravi criticità, il Ministero delle Politiche Giovanili e quello del Lavoro hanno deciso di attuare il piano Neet Working, il cui obiettivo è ridurre l’inattività dei NEET tramite degli interventi suddivisi in 3 macro fasi: Emersione, Ingaggio e Attivazione. Queste fasi rientrano in un processo di innovazione attuabile tramite alcuni strumenti operativi come Garanzia Giovani rinforzata, Sportelli Giovani nei Centri per l’Impiego e il servizio civile universale.
La problematica della burocrazia
Questi strumenti, però, non hanno portato i risultati sperati. Il programma Garanzia Giovani, in particolare, non riesce assolutamente a stare dietro a tutte le richieste. Il sito spesso non viene aggiornato, ed invece che incentivare i giovani nel rientrare nel mondo del lavoro, viene utilizzato dai datori per assumere questi ragazzi con contratti di tirocinio anziché contratti di lavoro.
L’obiettivo di Poliferie: contrastare il fenomeno dei NEET
In questo contesto dove c’è così tanto da far sì che la distanza sociale tra diversi gruppi sociali non si allarghi ancor più, noi di Poliferie vogliamo offrire le informazioni e le capacità necessarie ai più giovani per pianificare il proprio futuro, ma anche stimolare il loro interesse per migliorare la propria comunità.
Dal 2017, noi volontari operiamo per valorizzare il talento dei ragazzi, accompagnandoli nelle proprie scelte professionali e accademiche, concentrandoci in particolar modo su scuole a più alto rischio di dispersione scolastica e aree urbane dove gli studenti sono esposti ad un maggior rischio di diventare NEET.